Noi siamo Mamma R. e Papà L., due genitori speciali (premetto che prima d'oggi non sapevamo neppure cosa significasse). Si parla tanto di nascite, corso preparto, corredino, ma di lutto perinatale? Noi non sapevamo neppure esistesse o per lo meno si conosceva "per sentito dire".
La nostra storia ha inizio il 26 giugno 2021 con un test positivo tanto atteso, tra i sensi di colpa per chi ancora non aveva realizzato questo sogno, la paura di affrontare una nuova esperienza che ci avrebbe cambiato la vita e la gioia immensa di creare finalmente la nostra famiglia. Il nostro percorso però è stato tutto in salita, il 4 luglio cominciano le prime perdite, il ginecologo consiglia di fare le beta e nell'attesa riposo e antiemorragico. Dopo due giorni ci rechiamo in studio, lì la scoperta più emozionante della nostra vita, nel mio pancino c'erano ben due vite, (si tratta di gravidanza monocoriale bioamniotica, gemelli identici) per questo il ginecologo consiglia di proseguire la vita di sempre, essendo molto rischiosa, la natura deve fare il suo corso. Il mese di luglio trascorre "sereno" niente più perdite fino al 4 agosto, emorragia, corsa in ambulanza in ospedale, il terrore di averli persi, invece ecografia, primo cuoricino, secondo cuoricino, scoppio in un pianto liberatorio, per distacco di placenta resto quattro giorni in ospedale, vengo dimessa con terapia e riposo assoluto (posso alzarmi solo per andare in bagno) dopo una settimana più o meno, ancora emorragia in piena notte, altra corsa in ospedale, tutto ok, mi sto solo pulendo il distacco si sta riassorbendo. I giorni, le settimane, i mesi, trascorrono tutti uguali, a letto con terapia, ma poco importa, l'importante è che loro stiano bene (nel frattempo traslucenza, DNA fetale e morfologica perfetti). Il 20 novembre ancora una volta in piena notte, rottura delle acque, ero a 25+3 mi crolla il mondo addosso, corsa in ospedale, vengo ricoverata i dieci giorni più lunghi della mia vita, completamente sola e abbandonata a me stessa, mi lavavo a letto con le salviettine e pregavo che i miei bimbi resistessero, unica consolazione ascoltare i loro cuoricini tre volte al giorno. La notte a cavallo del primo dicembre cominciano le contrazioni, vengo creduta solo al mattino a travaglio iniziato, perché trovata a letto a vomitare. Puntura per bloccare il parto, ma nulla, cesareo d'urgenza, epidurale non prende, tagliano, urlo, mi addormentano, nascono alle 9,07 Nicolò e alle 9,09 Mattia a 27 settimane, trasferiti in TIN, volano via da noi per infezione da Escherichia Coli dopo dieci ore. Su ciò che mi è accaduto dopo in ospedale e come sono stata trattata, potrei scrivere un libro intero! Questa è la storia di Mattia e Nicolò, questa è la storia di quattro cuori.
Mamma R. e Papà L.