“Subire una perdita in un giorno in cui il cielo è azzurro è una contraddizione scandalosa, tra l'armonia dell'universo e il dolore di vivere.” Filippo Minacapilli
Cosa succede ad una mamma quando perde il suo bambino in gravidanza?
Studi scientifici hanno rilevato che le donne che subiscono un aborto spontaneo possono presentare un forte stress mentale ed emotivo ed incorrere a disturbi dell’umore in maniera più elevata.
E’ stato infatti evidenziato l’impatto dell’aborto nella possibile insorgenza di disturbi psicopatologici. La letteratura sembra dimostrare come l’interruzione di gravidanza sia certamente correlata, a manifestazioni di sofferenza soggettiva, generalmente costituite da reazioni di lutto o da manifestazioni ansiose e/o depressive minori (Iles, 1989; Rosenfeld, 1992; Bianchi-DeMicheli, 2007; Romans-Clarkson, 1989; Shadmi et al, 2002).
I disturbi dell’umore sono infatti presenti nel 70% delle donne lasciate senza sostegno dopo un lutto perinatale (LANCET 2016) ma sintomi di ansia o depressione sono presenti nel 30% di quelle che hanno ricevuto una qualche forma di sostegno.
Francesca Berti racconta: "dopo il mio secondo aborto c'è stato un periodo nel quale sentivo davvero di aver toccato il fondo. La tristezza, l'angoscia, i ricordi dolorosi sopraggiungevano senza preavviso nelle mie giornate tanto dall'incidere pesantemente sulla qualità della mia vita. Arrivavo a dovermi fermare in auto in preda ad attacchi di pianto disperato per non rischiare incidenti e anche la notte il sonno era diventato incostante e difficile. Fortunatamente ho avuto il coraggio di chiedere aiuto ad una psicoterapeuta che mi ha accompagnata attraverso il mio percorso di elaborazione dei miei lutti."
Come abbiamo visto nell’approfondimento “L’uomo Volante”, anche il padre che perde un bambino può sviluppare una sintomatologia traumatica, in quanto si sente spesso più marginale nella coppia genitoriale, non dandosi il permesso di poter esprimere le proprie emozioni, per istinto di protezione verso la partner o per sensi di colpa.
Cosa può quindi succedere in una coppia dopo l’interruzione spontanea di una gravidanza?
Partiamo dal dire che chi subisce una perdita in gravidanza si trova spesso a dover affrontare mancanza di comprensione ed ascolto da parte di chi gli è accanto (familiari, amicizie ma anche talvolta dal personale sanitario) che, con leggerezza e poca conoscenza dell’esperienza o senza formazione adeguata, suggerisce di andare avanti con frasi poco empatiche come ad esempio: “riprovate subito”, “siete giovani”, “hai già un altro figlio a casa”.
Questo però è incompatibile con il vissuto della coppia che sta attraversando un vero e proprio lutto, quindi il risultato di queste frasi è l’opposto: ovvero si genera nella coppia una chiusura verso il mondo esterno ed il senso di inadeguatezza cresce.
Ricordiamo che si è genitori dal momento che si sa di aspettare un bambino e la perdita non fa altro che distruggere un senso di genitorialità che nella coppia si era già formato, con proiezioni e progetti, oppure comprando le prime cose per il nascituro e preparando la cameretta. La prima ecografia, ad esempio, fa già immaginare come potrebbe essere il proprio figlio, aumentando il desiderio di genitorialità, ma anche la progettualità.
Il tentativo da figure esterne di "risolvere", questo lutto così significativo, può favorire nei genitori un senso di solitudine, di non essere capiti, di non essere accettati socialmente.
La troppa fretta di "passare oltre", dimenticandosi del dolore dei genitori non favorisce l’integrazione di questo lutto nel processo di vita della coppia, accrescendo le incomprensioni, i non detti, fino ad arrivare, talvolta, al gesto estremo della separazione.
Il tempo e il supporto da parte di figure competenti giocano un ruolo fondamentale all’integrazione di questo lutto, fatto di sogni infranti.
Chiedere di superare il lutto in breve tempo e minimizzandolo equivale a negare ogni traccia di un figlio che fin ad un attimo prima era vita e adesso non lo è più.
È fondamentale, quindi, che la coppia venga accolta e riconosciuta come entità genitoriale, sentendosi libera di vivere un lutto reale. Devono avere la libertà di dare un senso specifico e connotare l’importanza nel loro processo di vita e di coppia, di questa perdita, non negando l’emozione del ricordo.
Il tempo di comprendere ed integrare è una risposta fondamentale per l’elaborazione di un lutto che piano piano va favorendo la successiva “rinascita”.
Il ruolo di un professionista della salute mentale dopo la perdita, è quello di accompagnare e sostenere la coppia nell’elaborazione di questi vissuti, per arrivare gradualmente, ad una trasformazione, accettazione ed un’integrazione nel proprio processo di vita.
L’intervento dello psicologo è poi fondamentale per offrire quello spazio di elaborazione di ciò che è accaduto, che si accompagna a dolore, senso di colpa, ansie e preoccupazioni anche per il desiderio di concepimento di un altro figlio.
Offrire uno spazio “sicuro” dove la coppia può sentirsi libera dai giudizi, dalle pressioni e dove può esprimere il proprio dolore, guardando quel vuoto lasciato che con il tempo può diventare un vuoto fertile, dove si può coltivare un nuovo senso di genitorialità.
Approfondimento scritto dal dottor Marco Filippini, Psicologo Clinico - Psicoterapeuta della Gestalt Integrata in Supervisione.
Il dottor Filippini ha aderito al servizio di PRIMO AIUTO Piume di Sogni con colloquio gratuito di accoglienza. Clicca qui per tutte le info
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