Esiste una tribù africana in cui la nascita dei bambini non viene calcolata dal giorno in cui gli stessi vengono alla luce ma dal momento in cui i genitori avevano iniziato a desiderarli. Quando una ragazza Himba (popolazione nomade della Namibia) decide di avere un bimbo è solita sedersi sotto un albero, lasciandosi ispirare dai suoni circostanti, sino a quando percepirà nella sua mente il sorgere spontaneo di una melodia che si tradurrà in canto. Questo verrà insegnato dalla stessa anche al futuro papà e alle anziane del villaggio… una vera e propria fusione di amore e musica a preludio di una vita nascente.
L’attesa di una gravidanza ed il periodo della gestazione costituiscono senz’altro uno dei frangenti più sensibili dal punto di vista emotivo nella vita di una donna e nell’assetto della coppia che si predispone al nuovo ruolo genitoriale. La maternità, soprattutto se frutto di una lunga ricerca o se porta con sé un “bimbo arcobaleno”, rappresenta un impegno dal punto di vista sia fisico che psicologico per entrambi i genitori.
Mentre il volume del sangue aumenta e si crea fluido amniotico un flusso incessante di emozioni potrà confluire in voi. Potreste sentirvi più emotive, provare attimi di intensa gioia alternati a frangenti intrisi di ansie e preoccupazioni. Sappiate che questo processo trasformativo accomuna tutte le coppie sia che si apprestino ad accogliere una prima gestazione sia nel caso di gravidanze arcobaleno.
A questo proposito anche la letteratura, sin dagli anni ’80, ci conferma come il 50/80 % delle coppie, anche dopo un’esperienza di perdita, sia di fatto propensa ad investire nuovamente su un progetto di famiglia trovandosi però ad affrontare livelli elevati di ansia e stress che finiscono sovente per accompagnare tutto il corso della nuova gestazione. Ed è proprio in questo percorso di attesa che la Musicoterapia può divenire un supporto utile a facilitare, in modo dolce, l’espressione dei vissuti, accogliendo e “dando voce” a tutte le sfaccettature emotive che tale processo porta con sé instaurando, sin dagli albori della concezione, un intimo dialogo con il piccolo custodito in grembo.
Dalle primissime settimane di gestazione la vita si fonde con la vita… il battito cardiaco fetale sostiene lo sviluppo di quel piccolo corpo-pelle che si culla immerso nel caldo liquido amniotico su un secondo rassicurante ritmo quello del cuore materno.
Ecco perché: “Il collegamento fra la pelle e la dimensione sonoro-musicale è forse il vissuto più antico e quindi più originario che la nostra evoluzione sensibile abbia conosciuto” (La Musica e la Pelle, M. Spaccazocchi, FrancoAngeli,2004).
Ed è così che ogni ascolto di quella “musica in sé” fatta di tutti i suoni interni al corpo della gestante (frequenza respiratoria, i borborigmi gastro-intestinali ecc.), così come l’inflessione vocale del linguaggio parlato ed ogni melodia cantata, saranno un supporto importante per favorire la relazione nella triade madre-feto-neonato andando a delineare una continuità tra i vissuti psichici pre e post natali. Ogni bimbo infatti, una volta venuto alla luce, prediligerà quella voce che lo aveva intrattenuto nel corso della gravidanza riconoscendone il timbro, le inflessioni, la ritmicità che la caratterizzano, predisponendosi egli stesso ai futuri processi comunicativi che saranno parte del contesto sociale. Ecco quindi che il feto prima ed il neonato poi hanno modo di creare una continuità affettiva tra vita intra ed extra uterina, affidandosi proprio a quei suoni e a quella vocalità percepita sin dalle origini come fonte vibratoria ipersensibile.
A questo proposito una madre serena e positiva avrà modo di trasmettere al feto onde sonore che non si deformeranno incontrando masse muscolari rigide ed ipertese, donando un impasto timbrico che diviene capace di avvolgere il feto come in un abbraccio di suoni. Sappiamo inoltre che stati di paura, rabbia, tristezza (o per contrario distensione e calma) non sono solo legati ad una maggior o minor tensione muscolare ma, a livello endocrino, stimoleranno le ghiandole preposte a secernere sostanze quali adrenalina, acetilcolina, endorfine ecc. che giungeranno al feto attraverso il cordone ombelicale.
Ecco perché sia l’ascolto musicale che il canto offrono alla madre la possibilità di immergersi completamente nel qui ed ora, evitando di rimuginare sul passato o pre-occuparsi rispetto eventuali situazioni future, ripristinando quella serenità e connessione con il presente di cui anche il feto beneficerà.
Se ti stai domandando da dove partire o quando iniziare tutto questo, magari con l’ausilio di un Musicoterapista per poi proseguire in autonomia nel quotidiano, la risposta è: il prima possibile!
Sin dalle fasi di ricerca di una gravidanza risulta fondamentale sapersi ritagliare uno spazio ed un tempo dedicato alla cura di sé così da creare un’abitudine funzionale che ti accompagnerà poi per tutto il corso della gestazione una volta ottenuto il concepimento.
Gli strumenti primari di cui ti potrai servire sono due: l’ascolto ed il respiro.
La musica ci offre una grande possibilità che è quella di allenare l’ascolto. Ma per saper selezionare quale musica meglio si adatta a noi in un determinato momento dobbiamo prima saperci ascoltare. E allora chiediti di che cosa ho bisogno ora? Quale stato voglio incentivare grazie all’ascolto musicale? Ho necessità di distensione o attivazione?
E per meglio comprendere i tuoi bisogni nel momento presente ti potrai servire di un secondo “strumento” che è sempre a tua disposizione: il respiro. Prestando attenzione a questo atto vitale che collega corpo e mente riusciremo meglio a comprendere i nostri stati interni, così da alleggerire e distendere le tensioni sganciandoci dal turbinio di pensieri che si avvicendano nella mente e che spesso sono all’origine di tali stati.
Al respiro potrai poi aggiungere il suono attraverso la voce riscoprendo la tua musicalità e così facendo, avrai modo di contattare ed esternare le emozioni che albergano nel tuo mondo interno, facendole defluire all’esterno e alleggerendone il “carico”.
Ti concederai, in tale maniera, un tempo ed uno spazio utile a far emergere ciò che senti attraverso un processo creativo spontaneo che si serve, nel nostro caso, del mediatore sonoro-musicale in un clima di accoglimento e non giudizio in questa sperimentazione.
Inizia quindi da te, dall’ascolto dei segnali del tuo corpo, avverti i momenti in cui tendi a trattenere il respiro o nota come varia la sua frequenza in relazione ai tuoi pensieri e alle tue emozioni. Ricordati che dare ascolto a questi stati significa iniziare davvero a ritagliarsi una sosta in cui, paradossalmente, fare un primo passo verso la cura di te, del tuo benessere e quello del tuo piccolo.
Nella ricerca incessante, fra mille speranze e attimi di frustrazione oppure quando custodisci il tuo sogno in grembo e ti chiedi come poter affrontare questo periodo al meglio… parti da te, dal ritmo del tuo respiro e fai della voce un canale d’espressione emotiva.
E mentre ti regali questa “coccola sonora”, in piena consapevolezza, farai del suono e della musica un prezioso mediatore utile anche ad intrecciare una primaria forma di relazione con il tuo piccolo sostenendovi l’un l’altra durante l’attesa.
Se vi incamminerete, con disponibilità ed apertura, in questo sentiero potrete sperimentare una crescita non solo individuale ma anche di coppia. Alle attività descritte potrà infatti prendere parte anche il papà portando ogni apprendimento nel nuovo sistema famiglia che si andrà a costituire. Il tutto capendo come attenzionare i segnali del proprio corpo-mente per saper poi cogliere e comprendere anche gli altrui bisogni, aspetto fondamentale nel nuovo ruolo genitoriale.
Nei percorsi di Musicoterapia in ambito perinatale si utilizzeranno inoltre semplici strumenti, appartenenti allo strumentario Orff, che possono essere suonati agevolmente anche in assenza di competenze musicali specifiche. Con l’ausilio dello strumentario potrai accompagnare il tuo canto sperimentando al contempo i diversi timbri in associazione ai movimenti fetali, a partire dalla 26/28 settimana di gestazione epoca in cui la formazione dell’orecchio e dell’udito risulta completa.
Allo stesso modo semplici filastrocche musicate vengono sovente utilizzate sin dal grembo materno per poi essere riproposte una volta che il piccolo è venuto alla luce. Esse, infatti, oltre ad avere origini molto antiche sono da sempre state un mezzo utile a creare una primaria forma di relazione tra madre/bambino o tra il piccolo e le altre figure di riferimento (papà, nonni ecc.). Il ritmo costante e ripetitivo è ciò che caratterizza il fluire di una filastrocca ed i testi ben si prestano ad essere accompagnati dalla musica.
Ti lascio quindi di seguito una mia piccola composizione che potrai leggere, ascoltare ed eseguire a tua volta ispirandoti al video correlato…perché in qualunque fase del percorso tu ed il tuo partner vi stiate trovando potrete sperimentare, nella condivisione di un tempo fatto di musica e parole, una via privilegiata per dare forma a sensazioni profonde, in un frangente di ascolto e comprensione reciproca, prima di lasciar andare tali vissuti…e quei canti, quelle semplici nenie e melodie da voi ideate potranno accompagnare il vostro piccolo nella notte uterina ed accoglierlo in un abbraccio che ha il colore delle voci di mamma e papà, dal profondo valore contenitivo e rassicurante, sin dai primi momenti in cui inizia a respirare questa vita…e per sempre.
Prof.ssa Lorena Guerra, Musicoterapeuta