"Le coppie che perdono i loro figli-embrione, figli-feto o figli-neonato sono come Persefone, alle soglie della primavera, costretta – per un capriccio di Ade – a tornare sottoterra per altri sei mesi."
Claudia Ravaldi
Immagine: Persefone
Il desiderio di genitorialità è un progetto di vita profondo, che affonda le sue radici in ambiti psicologici, sociali e biologici. Tuttavia, il percorso verso la genitorialità non è sempre lineare né garantito.
Quando si intraprende la strada della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), le coppie si trovano spesso di fronte a sfide emotive, fisiche ed economiche inaspettate.
Uno degli aspetti più dolorosi di questo percorso è il lutto riproduttivo, che può manifestarsi a seguito della scoperta dell’infertilità, dei tentativi falliti o dell'impossibilità di realizzare il sogno di avere figli.
Questo tipo di lutto in letteratura è considerato “non riconosciuto” o “invisibile” poiché, a differenza della perdita di una persona cara, è difficile da comprendere e raramente riceve legittimazione dalla società.
Comprendere il Lutto Riproduttivo
Il lutto riproduttivo si manifesta quando le aspettative di genitorialità non si realizzano, spesso dopo ripetuti fallimenti della PMA.
Ogni tentativo fallito porta con sé una complessa gamma di emozioni, tra cui tristezza, rabbia, senso di colpa e frustrazione.
La particolarità di questo tipo di lutto è che implica la perdita di un’aspettativa, di un progetto di vita, di un futuro immaginato.
A livello psicologico, la perdita di una genitorialità possibile è un’esperienza che può colpire profondamente l’autostima e il senso di identità.
Per molte persone, essere genitori è parte integrante del concetto di 'realizzazione', e quando questo obiettivo non può essere raggiunto, è comune che possano affacciarsi sentimenti di fallimento e di vuoto.
Questo dolore è ulteriormente amplificato dall’aspettativa sociale e culturale che pone la genitorialità come tappa quasi obbligatoria della vita adulta.
La PMA e i suoi fallimenti: un percorso emotivo complesso
La PMA rappresenta per molti una possibilità di realizzare il sogno di avere figli, ma è anche un processo lungo e spesso doloroso, sia fisicamente che psicologicamente. Ogni ciclo di trattamento è carico di speranza, ma anche di ansia e timore del fallimento. Ogni volta che un tentativo non va a buon fine, si ripresenta il dolore della perdita e il lutto riproduttivo si intensifica, generando un ciclo di speranza e delusione che può diventare estenuante. Le coppie che attraversano questo percorso sperimentano una serie di perdite significative: la perdita della speranza, la perdita di una potenziale gravidanza e, in molti casi, la perdita dei loro figli-embrione. Ognuna di queste esperienze porta con sé il peso di un lutto, che spesso rimane nascosto agli altri.
Perché il lutto riproduttivo è un lutto non riconosciuto?
Il lutto riproduttivo è considerato un “lutto non riconosciuto” (disenfranchised grief) poiché non rientra nelle tipologie di lutto tradizionalmente accettate e condivise.
Spesso, infatti, le persone che vivono questo dolore non trovano il sostegno necessario, né da parte della famiglia, né da parte della società.
La mancanza di empatia e comprensione, insieme alla percezione che la PMA sia un percorso scelto, rende ancora più difficile esprimere questo tipo di lutto.
Inoltre, il fallimento della PMA può portare a una reazione di autoisolamento: le persone si sentono incomprese e, quindi, evitano di parlare del loro dolore per non dover giustificare il proprio vissuto o sentirsi dire frasi come “non pensarci” o “prova a fare qualcos’altro”. Queste risposte possono risultare dolorose, poiché tendono a minimizzare e invalidare la legittimità del lutto.
Sostegno Psicologico
Alcuni professionisti della salute mentale dedicano attenzione e sostegno a chi vive questo tipo di perdita. Tra gli approcci che possono accompagnare chi affronta il percorso della PMA troviamo:
Conclusione
Il lutto riproduttivo e i fallimenti della PMA rappresentano una realtà dolorosa e spesso incompresa. È importante riconoscere la legittimità di questo lutto, offrendo alle coppie che lo attraversano uno spazio di ascolto e di empatia.
Attraverso un supporto adeguato e la comprensione dei vissuti, è possibile aiutare chi soffre a elaborare la propria perdita e a trovare nuove modalità per affrontare il futuro.
Testo a cura della dottoressa Paola Taglia, Psicologa Clinica e Perinatale
Specialista in Lutti Non Riconosciuti, Certified Mindfulness-Informed Professional (CMIP)
Bibliografia
Colarusso, C. A. (1990). The Third Individuation. The Effect of Biological Parenthood on Separation-Individuation Processes in Adulthood. The Psychoanalytic Study of the Child.
Jaffe, J. (2024). Reproductive Trauma: Psychotherapy With Clients Experiencing Infertility and Pregnancy Loss. Amer Psychological Assn.
Ravaldi C. (2014). Piccoli Principi. Perdere un bambino in gravidanza o dopo il parto. Officina Grafica Editoriale.
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