Sono Sara Barletta, tris mamma tra cielo e terra e Coach sul lutto perinatale, guido le mamme nei percorsi di elaborazione del lutto perinatale e gravidanza arcobaleno per ritrovare l’equilibrio.
La disciplina del coaching, che si occupa principalmente di guidare una persona dallo stato in cui si trova, verso uno stato desiderato, parte dall’assunto che tutto ciò che accade nella nostra mente ha motivo di esistere e che siamo noi a creare la nostra realtà, in base ai pensieri che decidiamo di pensare e alle azioni che mettiamo in atto.
Perché è importante riconoscere le nostre emozioni? Perché come recita un famoso adagio: “Tutto ciò che neghi ti sottomette e tutto ciò che accetti ti trasforma”.
Se desiderate prendervi cura del vostro lutto perinatale in modo consapevole, per raggiungere uno stato di equilibrio desiderato, comprendere quali meccanismi sono autosabotanti e vi fanno affogare nel mare magnum della sofferenza, senza riuscire a stare a galla, allora avete bisogno di imparare a dialogare con le vostre emozioni.
Come si può iniziare a parlare alle nostre emozioni?
Vorrei condividere con voi qualche buona pratica da mettere in atto in modo da ritrovare l’equilibrio necessario per affrontare le incombenze quotidiane.
-Accogliete senza giudizio le persone che siete: il coaching è una professione molto pratica che si fonda su un concetto secondo cui non esiste nulla di giusto o sbagliato.
Se proviamo ad astenerci dal giudicare un nostro comportamento, allora possiamo introdurre un nuovo concetto che si basa su “ciò che è funzionale”.
Ogni comportamento, emozione provata, pensiero etc. non è giusto o sbagliato, ma è funzionale o meno al raggiungimento di un risultato.
In poche parole ciò che voglio condividere con voi è il fatto che non importa se giudichi sbagliato o meno quello che state provando, siate solamente consapevoli che vi sta servendo per attraversare il vostro lutto.
-Accogliete il vuoto e state nel silenzio: le incombenze quotidiane sono all’ordine del giorno e il mondo che per noi si è fermato, in realtà, continua con le sue scadenze senza sosta. Ma non è detto che noi dobbiamo per forza stare dietro a questi ritmi. Dove c’è scritto?
Prendiamoci i nostri spazi per fare ciò che vogliamo o ancora meglio per “non fare”.
Scegliere di stare in quel vuoto, in quella mancanza senza riempirci di cose da fare per spostare l’attenzione ci aiuta a essere più consapevoli di cosa proviamo e a vivere il nostro lutto, a legittimarlo.
-Condivisione e conforto: spesso pensiamo che il mondo non ci capisca, ma allo stesso tempo desideriamo essere capiti, perché siamo animali sociali e vogliamo avere confronto, supporto e comprensione. Potete alternare momenti di solitudine a momenti in cui condividere, fosse anche su un quaderno, i vostri pensieri e le vostre sensazioni. Ancora meglio se trovate delle persone affini con cui poter semplicemente parlare liberamente o stare nel silenzio di un caldo abbraccio.
-Supporto: non è d’obbligo farvi accompagnare da una figura competente e accogliente, ma se sentite che fate fatica ad oltrepassare un certo blocco o vorreste semplicemente andare “più spediti” nel vostro percorso, una guida è la scelta migliore che possiate fare.
Esistono diversi approcci tra cui scegliere, psicologici, psicoterapeutici, operatori olistici, counselor e il grief coaching di cui sono una diretta esponente.
Ma qualsiasi disciplina da praticare insieme ad una persona competente può essere di grande supporto, nessuno può fare il cammino al posto vostro, ma voi potete scegliere con chi camminare.
-Ascoltate le vostre emozioni: non è semplice ascoltarsi e a volte richiede un supporto per farlo senza venire travolti dalla moltitudine di sensazioni spesso devastanti.
Sono convinta che ognuno di noi anche da solo può fare la differenza.
Per questo motivo vorrei proporvi un esercizio pratico per accogliere le vostre emozioni nel momento in cui le state provando.
Se siete pronti, cominciamo.
1-Quando sentite l’emozione arrivare evitate di respingerla, respirate profondamente e datele mentalmente il permesso di entrare.
2-Immaginate nella vostra mente un nastro che gira, lentamente si riavvolge e lasciate scorrere i pensieri relativi a quell’emozione, fino a quando noterete che il nastro si è riavvolto completamente e l’emozione è scemata.
So che può venire naturale scacciare il pensiero o pensare che quell’onda emotiva sia troppo forte, ma se rimarrete saldi all’immagine del nastro che si riavvolge, pian piano tutta l’enfasi ad un certo punto inizierà a perdere di intensità.
3-Prendete carta e penna e scrivete questa esperienza, cosa avete provato, verso chi era rivolta l’emozione, quali pensieri avete sentito, cosa è stato insopportabile e doloroso e quali spunti di riflessione vi ha lasciato.
4-Ripetete questo passaggio per qualsiasi emozione, anche più volte al giorno per la stessa, e attraverso la pratica imparerete a stare nell’emozione, senza scacciarla, dandole modo di esistere e sarà sempre meno doloroso entrarci.
Il beneficio è comprendere il perché proviamo certe emozioni e fare in modo di elaborarle e dargli spazio, cosicché la loro intensità vada a scemare fino a scomparire.
Il cammino del lutto è spesso in salita e soprattutto all’inizio nulla può sembrare avere senso, ma come diceva Tolkien: “Dietro l’angolo ci può aspettare una nuova strada o un cancello da varcare”.
Se senti il bisogno e avrai voglia di leggere puoi consultare gli approfondimenti che ho scritto in merito a: “Perché mi sento così? L’importanza di riconoscere le proprie emozioni nell’attraversamento di un lutto perinatale” e “Il ritorno a casa dopo un lutto perinatale.”
Un abbraccio accogliente di luce.
Sara Barletta - Coach sul Lutto Perinatale, Educatrice Mestruale del Femminile, Mindfulness Trainer, Risvegliatrice d’intuito
Sara Barletta ha aderito al servizio di PRIMO AIUTO Piume di Sogni tramite colloquio di accoglienza gratuito. Clicca qui per tutte le info.
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