Se state vivendo un lutto perinatale probabilmente vi siete trovati ad affrontare visite, esami invasivi, forse un parto, e a subire tutta la pressione di un ambiente ospedaliero spesso asettico e poco empatico.
E poi? E poi siete tornati a casa.
Sì, proprio quella casa che fino a qualche giorno prima era accogliente e si riempiva di sogni e speranze, ora tornata nuovamente vuota, ma più vuota di “prima”, perché insieme ad essa una parte dei vostri sogni è volata via e avete smesso di credere alla magia della vita.
Sono Sara Barletta, tris mamma tra cielo e terra e Coach sul lutto perinatale, guido le mamme nei percorsi di elaborazione del lutto perinatale e gravidanza arcobaleno per ritrovare l’equilibrio.
In questo spazio vorrei fare un viaggio insieme a voi per comprendere cosa può accadere quando si torna a casa dopo un lutto perinatale.
1. Che cosa è quella sensazione di vuoto?
Voglio tranquillizzarvi, tutto ciò che state provando dopo il vostro lutto pre o perinatale è NORMALE!
E se vi state chiedendo perché sia normale, la risposta è semplice: perché avete appena salutato per sempre il vostro bambino e questo viene percepito a un livello emotivo, cognitivo e animico come un’irreparabile ferita.
È come un controsenso che non segue la logica del “figlio che sopravvive al genitore”, ma viceversa.
So bene cosa si prova a tornare a casa con la pancia e il cuore vuoti, mentre la mente gira a mille per cercare di dare una spiegazione all’inspiegabile.
In mano una borsa e all’interno un pigiama con ancora l’etichetta attaccata, indosso i vestiti della sera prima, e quel maglione che si era fatto ancora più largo dopo che, la notte prima, avevo partorito la mia Gingy senza vita al 6° mese di gravidanza.
Un attimo di felicità e poi i problemi, la caduta e il buio di quel “No, non c’è più battito”.
Se mi avessero scattato una foto sarebbe stata più o meno questa l’istantanea del momento in cui uscivo dall’ospedale per tornare a casa.
Il vuoto e lo sgomento sono spesso le più comuni reazioni che si provano nel primo periodo del lutto.
Ma cosa accade veramente dopo la notizia che il nostro bimbo non è più con noi?
Immaginate la vostra mente come un cinema che proietta immagini, emozioni, sentimenti, sensazioni e pensieri.
Quel cinema segue un suo palinsesto, una programmazione ben precisa che nel mondo del coaching chiamiamo schemi mentali.
La nostra mente è programmata per seguire certi schemi e se tutto procede liscio non abbiamo motivo di cambiarli.
Fino a quando arriva la notizia della morte, della mancanza, di quel qualcosa di irreparabile a cui non possiamo porre rimedio.
Cosa accade al nostro cinema? Blackout!
La pellicola si interrompe e come frammenti di immagini, la nostra mente vaga per cercare di riportare ordine al caos.
Il primo stadio che attraversiamo è il dolore, la sofferenza per ciò che stiamo provando mentalmente, emotivamente e fisicamente sulla nostra pelle.
Al dolore si può aggiungere lo shock, nel caso in cui si tratti di una notizia che avviene in circostanze traumatiche.
E spesso il lutto perinatale è traumatico perché ci colpisce inaspettatamente.
Infine ci possono essere altri traumi che si legano a quello primario della perdita, come violenza ostetrica, modalità di parto, tipo di comunicazione tra genitori e operatori sanitari etc.
Il vuoto e lo sgomento che proviamo subito dopo la notizia sanciscono una spaccatura tra il prima e il dopo, ed entriamo a pieno regime in quello che si chiama lutto.
Se senti il bisogno e avrai voglia di leggere potrai consultare gli approfondimenti che ho scritto in merito a: “Perché mi sento così? L’importanza di riconoscere le proprie emozioni nell’attraversamento di un lutto perinatale” e “5 principi per ritrovare l’equilibrio dopo un lutto perinatale.”
Un abbraccio accogliente di luce.
Sara Barletta - Coach sul Lutto Perinatale, Educatrice Mestruale del Femminile, Mindfulness Trainer, Risvegliatrice d’intuito
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